catania
Catania bianca, nera e grigia Maggio 96
Catania
ha i tuoi occhi
colore di lava
e forse
la città tutta
è apparsa
in una notte
sputata dal vulcano
da un rosario di sangue
e in una notte
sono apparse le strade, le piazze, le case...
e all’alba
sulla cenere scura
sono spuntate le chiese
esili marmi bianchi
sulla terra bruciata
gambe sottili
di giovane donna
in piedi
sulla sottoveste nera
appena caduta
davanti all’amante
Ma la lava lo so
non è solo nera
l’ho vista sul mare
ridotta a scogliera
sbucciata dall’acqua
mostrava
quei segni di rosso
di vena
di fuoco mai spento
ma che ora scalda
e non brucia
incredibile forza vitale
che vedi
negli occhi
che senti nei suoni
della tua gente
per strada
nei bar
al mercato del pesce.
E pensi che un giorno
ancora
forse
il vulcano
in una notte
di fuoco e d’amore
coprirà ancora
le strade e le piazze,
il mercato e i giardini...
e all’alba
un’altra città
più nuova
più bella
più bianca e più nera
sarà lì
con l’aria innocente.
E in quella città
non mancheranno
i tuoi occhi
la tua voce chiara
sfuggente
come un’anguilla nera
sui muri grigi dei tuoi palazzi.
Ora che scrivo
sono sul treno
che mi riporta a Siena
qui la campagna
ha altri colori
il verde
più intenso
più chiaro
il marrone
di terra bruciata
ma a volte
qua e là
un fiore bianco di acacia
una nuvola grigia
richiama
il tuo bianco
e il tuo nero
degli occhi
mare tranquillo
dove ho navigato
tre giorni
e tre notti
naufrago felice
per nulla voglioso
di ritrovare la riva.